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Il nome Ametista deriva dal greco antico “amethystos”, ossia “non ebbro” e rimanda al mito a cui è legata questa gemma.

L’Ametista appartiene alla famiglia dei Quarzi macrocristallini .

Il suo colore va dalle tonalità rosa pastello fino al porpora scuro e viene prodotto da elementi di ferro.

L´origine dell’Ametista viene descritta in questa leggenda: il dio del vino, noto come Dionisio per gli antichi greci e Bacco per gli antichi romani, era il “ragazzaccio” della mitologia. Nonostante la sua missione divina fosse mettere fine alle preoccupazioni, Dionisio combinava spesso una certa quantità di guai, specie dopo qualche litro di buon succo d´uva. Il mito racconta di come una volta Dionisio, come al solito ubriaco, dopo esser stato ignorato da un essere umano di passaggio, giurò di vendicarsi sul primo sventurato che gli fosse venuto incontro. In quel momento passò Ametista, una giovane innocente e bellissima fanciulla, fedele discepola di Artemide, verso cui Dionisio sguinzagliò due tigri fameliche. Alle grida di Ametista, Dioniso si riempì il calice in attesa di gustarsi lo spettacolo. L´onniveggente Artemide trasformò di colpo Ametista in una statua di Quarzo, pura come la sua virtù. L´incantesimo era servito a sottrarre la fanciulla al pericolo, ma era purtroppo irreversibile e Dioniso, in preda ai rimorsi, versò lacrime di dolore nella sua coppa di vino. Le lacrime si versarono al vino nella coppa e Dionisio, barcollante, candendo rovesciò accidentalmente il vino sulla statua, creando così la gemma purpurea che chiamiamo Ametista. All’Ametista vengono attribuite numerose forze soprannaturali; non esiste malanno che questa gemma non possa guarire! Leonardo da Vinci (1452-1519) scrisse che l’Ametista era in grado di scacciare i cattivi pensieri e acuire l’iuntelligenza, mentre Plinio il Vecchio (23-79 d. C.), storico autore della Historia Naturalis (la prima enciclopedia del mondo), disse che se il nome della luna o del sole venisse inciso su un´ Ametista appesa al collo di un babbuino, sarebbe un amuleto contro la stregoneria e un talismano per coloro che presentano suppliche ai principi. Molto tempo prima che gli imperatori romani adottassero la porpora vivida, chiamata “toga picta”, furono i Faraoni, le Regine e i Re a fare della porpora un potente simbolo della sovranità. Dal sigillo di Cleopatra, alla collana di Ametista della regina Charlotte, l’Ametista è e sarà sempre legata al potere. Non sorprende quindi che questa gemma fosse molto amata anche nel medioevo dal clero cattolico. Ritenendo che favorisse il celibato, divenne subito nota come “pietra papale”. Anche oggi i vescovi portano anelli di Ametista.

Il fattore più importante da prendere in considerazione per valutare un´Ametista è il colore: quanto più è intenso, tanto più è costosa. Le Ametiste più pregiate hanno tonalità che vanno dal medio allo scuro, al trasparente e al viola puro, senza sfumature tendenti al rosso o al blu, anche se lampi di blu o di rosso sono pregiati e altamente ricercati. I cristalli di Ametista presentano scarse inclusioni; normalmente non ci sono inclusioni visibili quando la gemma viene esaminata a 15 cm di distanza dall´occhio nudo. Essendo una gemma molto amata da tagliatori e gioiellieri, si possono trovare Ametiste tagliate nelle forme più diverse, più di quanto non accada con qualsiasi altra gemma. Indipendentemente dal taglio, sono le tonalità di colore e un´alta brillantezza i criteri per un esemplare di qualità.

• Come curare i gioielli con l’ Ametista

Alcune gemme tendono a scolorirsi o a tornare al loro colore originario se esposte a una fonte di luce molto intensa; per questo, qualora non fosse necessario, bisognerebbe evitare qualsiasi trattamento di questo tipo.

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